25 Aprile, ogni giorno.
Mi ha detto questa sera Patty che avevate negli occhi il piacere di essere ascoltati, proprio mentre in realtà stavate ascoltando. Mi ha spiegato che in questa epoca dove con protervia il potere non si cura di me, di voi, di noi invisibili insomma, dove la prepotenza dell'indifferenza più bieca crede di poterci piegare, voi c'eravate, e ci siete ancora anche adesso che scrivendovi vi riconto uno ad uno, e vi vedo battere il tempo con le mani, alzare il pugno sinistro come nessuno di quelli che pretendono di rappresentarci sanno più fare. Hanno l'imbarazzo dei vigliacchi, o forse il pudore della vergogna. Voi invece no. Onore a voi.
Vi ho guardati ridere, commuovervi con me, abbracciare in un ideale abbraccio Gaetano Viaggi, nome di battaglia Ramirez, vi ho sbirciati mentre il cuore ci batteva forte cantando assieme i Ribelli della Montagna.
Vi ho sentiti vivi, pronti, capaci di una solidarietà sovrumana e di una forza ed un coraggio cui ben presto dovremo ricorrere. Ho visto negli sguardi delle ragazze e delle donne la forza del giusto, negli occhi dei più anziani l'eroismo di chi ancora resiste, nell'entusiasmo dei ragazzi la voglia di riprendersi il sogno, fosse anche l'ultimo. Quando abbiamo cantato insieme Bella ciao, o Per i morti di Reggio Emilia vi ho ascoltati e guardati: eravate bellissimi, siete bellissimi.
Non vi conoscevate l'un l'altra, eppure tutto il futuro era lì, colto come un frutto maturo dalla pianta che seppur reduce da un inverno lungo, resiste e resiste e resiste ancora.