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Lettera al figlio

una delle canzoni del prossimo disco.
Che si intitolera' "Le citta' invisibili"

LETTERA AL FIGLIO

Dormi, dormi, riposa

la mia anima un giorno si consolerà

per quel figlio che non ho avuto mai,

ma ora dormi che un giorno capirai.



Dormi dormi, amore mio

che il tuo piccolo cuore di uomo riposa con te,

e ogni sogno gentile che si poserà tra i pensieri

porterà quello stesso incosciente entusiasmo che anch'io avevo ieri



Dormi, dormi, figlio mio

mentre gioco ad immaginarti qui accanto a me

non avere paura di questo mistero che toglie la voglia di vivere

è la stessa impressione che un giorno ti farà sentire che hai nulla da perdere



Dormi, dormi, anima mia

aggrappato al cuscino stanotte non naufragherai

guarda il mondo con gli occhi aperti e il mondo non ti deluderà

perché sai, lo stupore degli occhi è quel dono che ci salverà



E ci salverà il delirio dei semplici,

quando chiedono uguaglianza tra gli uomini

e se un giorno avrai la voglia di crederci

come noi, quando eravamo più giovani

scoprirai che tra le pieghe dei secoli

si nascondono le storie degli umili

quelle genti che si chiamano popoli

quelle vite dai contorni indelebili



Dormi, dormi, figlio mio

il silenzio di questo stellato tramonto ti cullerà

non avere paura di questo mistero che toglie la voglia di vivere

è la stessa impressione che un giorno ti farà sentire che devi resistere



Dormi ora, angelo mio,

dormi e inventa il futuro, disegnalo come lo vuoi

e se un giorno ti fosse difficile farcela con le tue mani

tu abbandonati a quella fiducia incrollabile che hai nel domani



perché anch'io, sai, anima mia

dipingevo orizzonti sereni in un cielo imparziale

ma la vita non è realizzare ogni sogno improbabile

o soltanto resistere come chi non ha più nulla da perdere



Ma ora dormi, dormi, riposa.

Veglierò su quel figlio che non ho avuto mai,

avrò cura di lui, di me, del suo mondo e dei sogni che ancora farà,

perché sai lo stupore che porta negli occhi è quel dono che mi salverà



E mi salverà il delirio dei semplici,

quando chiedono uguaglianza tra gli uomini

e se un giorno avrai la voglia di crederci

come noi, quando eravamo più giovani

scoprirai che tra le pieghe dei secoli

si nascondono le storie degli umili

quelle genti che si chiamano popoli

quelle vite dai contorni indelebili



G.Bonaveri