IL FUGGIASCO (Testo e musica: Bonaveri)
Allineati
senza fare rumore,
un passaporto falso
stretto nella mano.
Mi è costato
un mese di lavoro
ma stasera forse
me ne andrò lontano.
Lascerò questa città prigione
per un luogo in cui ricominciare:
la speranza è l'ultima a morire
ma è da un po' che non si fa trovare.
Terrorizzata
dall' inquisitore
un documento giace
a pezzi nel cestino.
La ragazza
punta gli occhi al cielo
per cercare aiuto
ma non c'è nessuno.
La speranza
è in un lasciapassare,
il destino
è ostaggio di un potere
che oggi ha il volto
freddo di un questore,
messo lì solo per obbedire.
Il questore
guarda le mie mani,
fisso un crocefisso
incatenato al muro.
Poi il mio nome,
sussurrato appena
come una sentenza
che non vuoi sentire.
L'ispettore è lì per comandare:
scuote il capo e chiama un ufficiale.
Io mi volto e cerco di fuggire
poi un dolore mi devasta il cuore.
Deportato
alla città prigione
per tentato espatrio
e disobbedienza,
condannato
alla rieducazione
per riprogrammare
il flusso di coscienza.
Mi sarà concesso lavorare,
una cella ed un televisore,
tra vent'anni mi faranno uscire
col consenso del rieducatore