Dopo l’ottimo album d’esordio del 2007, Magnifico, il cantautore bolognese Germano Bonaveri ci regala un’altra grande prova d’autore con Città invisibili (Rusty Records), ispirandosi all’omonimo romanzo di Italo Calvino. Il brano che dà il titolo al disco, infatti, è preceduto dalla voce narrante di Marco Alemanno che recita uno stralcio dell’opera che ha come protagonista Marco Polo. Un’ispirazione che diventa poi una concenzione personale sul “lancinante mondo urbano” che “non offre idee, ma solo barricate”, a cui segue però la vocazione ben precisa di Bonaveri di “ribellarsi con la penna in mano ed inventarsi storie mai vissute”. Le sue canzoni sono piene di significato, invitano chi ascolta a pensare, a riflettere sull’attuale stato delle cose, o su problemi di attualità, come in Clandestino (“...profugo ed orfano del vostro mondo, di un occidente che ha toccato il fondo...”), impreziosita dal clarinetto di Lucio Dalla. Nel cuore dell’album c’è Onde, bellissima meditazione personale in cui il cantautore si chiede “cosa sarà di me?”, aprendosi poi al tu e al noi, in una dimensione che abbraccia l’universo intero. Altro episodio emotivamente coinvolgente è Lettera al figlio, un dialogo interiore intenso con un figlio che nella realtà non esiste. Bonaveri, come scrive Luigi Maieron nella nota finale, si conferma uno straordinario cantore di “geometrie di parole e sentimenti”. VAI AL SITO
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Dal sito di OLTRE MUSICA MAGAZINE
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