ATTO SECONDO SCENA OTTAVA

Che dovrei fare, cercarmi un turore,
un protettore, un signora?
E come l'edera leccare la scorza
invece di salir con forza?
Fare il buffone per un potente,
saziarmi di labbra contente?
Mangiare rospi,
contare le altrui scale,
far prodigi di agilità dorsale?

No grazie, no grazie, no grazie!
L'anima mia dice no.
No grazie, no grazie, no grazie, no!
felice ti dico di no.

E progredire di girone in girone,
esser grande tra poche persone,
poi, sempre prono,
in ginocchio a pregare
per farmi qua e là presentare?
Dovrei pagare un buon editore
e scrivere con disonore?
Scoprire ingegno agli incapaci,
a talpe ed ai grulli dare ali?

No grazie, no grazie, no grazie!
L'anima mia dice no.
No grazie, no grazie, no grazie, no!
felice ti dico di no,
ma...

cantare e sognare senza paura
aver l'occhio e la voce sicura.
Mettere il feltro, se mi va, di traverso
e battermi, o fare un verso.
Lavorar senza cura di gloria o fortuna
a un viaggio lassù nella luna
e mai copiare, che sia tutta mia
la gloria, se gloria mai sia.

No grazie, no grazie, no grazie!
L'edera non fa per me.
Magari una quercia né un tiglio sarò,
ma libero la vita vivrò.

Magari una quercia né un tiglio sarò,
ma libero la vita vivrò.