JAM n.139 lugl/ago 2007

Un esordio di cantautorato "gucciniano".
Davvero una bella sorpresa questo Magnifico. Dopo la militanza nei Resto Mancha, Bonaveri approda al suo primo lavoro da solista e dà subito mostra delle sue notevoli capacità.
La vena compositiva è apprezzabile, soprattutto per i testi impegnati e intelligenti che spaziano tra personale e sociale mettendo in mostra un apprezzabile gusto dell'ironia. L'uso del linguaggio colto, ma mai spocchioso, porta alla memoria certe liriche gucciniane, ed è proprio a questa influenza cantautorale che si rimandano canzoni come Il mago, Indelebile e la stessa Magnifico, ma non manca neppure il gusto della chiacchiera che spesso trova spazio in alcuni prologhi che richiamano i fasti del teatro canzone. Bonaveri è agli esordi, ma è già molto evidente che ha stoffa da vendere visto che tutti i dodici pezzi di questo album sono di un livello decisamente apprezzabile. Dall'apertura affidata a Non dimenticare, che se la prende con la deformazione dell'informazione da parte del potere, fino al finale di Terraferma, un'analisi spietata dei rapporti amorosi, scorrono canzoni dal sapore forte e dalla facile identificazione. Musicalmente il disco è prodotto da Beppe Quirici e, come si dice in questi casi, basta la parola.
(Roberto Caselli)