25 Aprile, ogni giorno.

25 Aprile 2012 - Bonaveri live in Piazza Maggiore - Bologna
Mi ha detto questa sera Patty che avevate negli occhi il piacere di essere ascoltati, proprio mentre in realtà stavate ascoltando. Mi ha spiegato che in questa epoca dove con protervia il potere non si cura di me, di voi, di noi invisibili insomma, dove la prepotenza dell'indifferenza più bieca crede di poterci piegare, voi c'eravate, e ci siete ancora anche adesso che scrivendovi vi riconto uno ad uno, e vi vedo battere il tempo con le mani, alzare il pugno sinistro come nessuno di quelli che pretendono di rappresentarci sanno più fare. Hanno l'imbarazzo dei vigliacchi, o forse il pudore della vergogna. Voi invece no. Onore a voi.

Vi ho guardati ridere, commuovervi con me, abbracciare in un ideale abbraccio Gaetano Viaggi, nome di battaglia Ramirez, vi ho sbirciati mentre il cuore ci batteva forte cantando assieme i Ribelli della Montagna.

Vi ho sentiti vivi, pronti, capaci di una solidarietà sovrumana e di una forza ed un coraggio cui ben presto dovremo ricorrere. Ho visto negli sguardi delle ragazze e delle donne la forza del giusto, negli occhi dei più anziani l'eroismo di chi ancora resiste, nell'entusiasmo dei ragazzi la voglia di riprendersi il sogno, fosse anche l'ultimo. Quando abbiamo cantato insieme Bella ciao, o Per i morti di Reggio Emilia vi ho ascoltati e guardati: eravate bellissimi, siete bellissimi.
Non vi conoscevate l'un l'altra, eppure tutto il futuro era lì, colto come un frutto maturo dalla pianta che seppur reduce da un inverno lungo, resiste e resiste e resiste ancora.

Eravamo insieme oggi, grazie a Lino Michelini (nome di battaglia William) ed all'ANPI tutta, senza clamori, senza i fasti che altri usano darsi sperperando fortune, con l'umiltà di coloro i quali credono ancora che il mondo non si esaurisca dentro il fasto volgare del marketing e del vuoto culturale.
Eravamo in una Piazza Maggiore stupita, quasi attonita per la magia di quasi duemila persone che hanno manifestato la loro voglia di rialzare la testa, cantare il loro dissenso, essere solidali l'un con l'altro, amici nella non conoscenza reciproca, amici per il solo fatto di appartenere, questa volta per davvero, ad un genere umano invisibile ma così pieno di dignità, rispetto ed amore da non temere nessuna prevaricazione, nessuna coercizione.
Oggi so che non siamo soli, e che il potere, questo potere volgare e bieco, alla lunga, verrà sopraffatto dal popolo invisibile di questo mondo disperato, ma ancora capace di gridare Hasta Siempre, COMANDANTE.

Grazie a tutti voi, per esserci stati. Scrivetemi, scriviamoci, che di cose da fare ce ne sono ancora un sacco.

A presto.
Germano Bonaveri.

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