Tra le mura del mio istinto mi soffermo,
soggiogato dalla percezione:
geometrie cosmiche impalpabili
mi vedono estatico
ed avvinto da un qualcosa che non e' intuizione,
non e' idea...
certezze labili quanto la sicurezza del domani.
Sottile,
l'anima sfugge alle regole
ed invano si aggrappano le mani
per trattenere l'attimo ,
inutilmente la penna scricchiola
nel vano gesto di spiegare
cio' che nel cuore vagola.
Scrivo, riscrivo e spesso mi cancello...
le mie pagine piene di nullita'
migrano sempre da me
con il frusciare lieve e silente di volo d'uccello.
Nelle mie tasche ,
briciole di presente.
Nella gola, l'urlo del passato.
Tra queste geometrie mi perdo,
accompagnandomi al suono delle parole,
come si perde il mondo
guardato abbagliati dal sole.